caricatura a cura dell'artista Marco Testini (mio ex alunno)

sabato 30 ottobre 2010


disegni, ritratti 2

Questi disegni rappresentano un'attrice famosa :Nicole Kidman. La tecnica usata si chiama la mezzatinta . Questa è una tecnica che era passata di moda ma che adesso grazie ai fumetti è ritornata in voga. Innanzitutto ho preso la foto dell’attrice in questione ,poi ho cercato di disegnarla rendendola molto simile ,infine ho applicato la tecnica .Questa tecnica consiste nel colorare solo determinati punti del disegno il resto viene lasciato in bianco e nero.

venerdì 29 ottobre 2010

disegni,ritratti


    IL CANE PASTORE, JENNY, LA MIA NUOVA VITA di Francesco Macchia IB

                              


Lunedì 4 giugno,  un giorno che mi ha cambiato completamente la vita. Tutto ebbe inizio la sera tardi, dopo il concerto dei Dire Straits a Milano, una esperienza unica. Alla fine dell'esibizione il mio occhio si posò su una donna alta, magra, capelli lunghi e castani, occhi verdi, insomma, un sogno. Il suo corpo mozzafiato mi catturò completamente e io caddi nella sua rete. Andai verso di lei e le chiesi il nome. Si chiamava Jenny, lavorava in una pizzeria di Milano e il fine settimana in un negozio di animali. Io a quel tempo non abitavo a Milano, quindi le chiesi di farmi conoscere meglio la città, lei rispose di si, sorridendomi. Un buon segno pensai. Ci  fermammo in una caffetteria dove  parlammo tutto il tempo di me, lei mi chiese da dove venissi, e volle conoscere il mio nome e la mia età. " Sono Francesco e ho ventott'anni" le risposi. Dopo aver passato un intero pomeriggio chiacchierando, ci recammo in piazza e mentre eravamo lì mi rivelò il suo numero di cellulare, un segno di fiducia e apertura nei miei confronti. Io purtroppo non potevo restare ancora a Milano, dovevo tornare dalla mia famiglia. Lei capì subito e ci salutammo.  Il mattino seguente tornai a Bari ma convinsi in breve tempo i miei a lasciarmi partire per Milano, d'altronde avevo 28 anni, era giunto il momento per me di cambiare vita, i miei compresero.Tornai a Milano, dall'albergo dove ero alloggiato chiamai subito Jenny. Lei era felice all’idea che io potessi rimanere . Riuscii a trovare lavoro al negozio di cani dove lavorava Jenny. Col passare del tempo il nostro legame di amicizia si andava rinforzando.
Un giorno, mentre Il tempo fuori non era dei migliori e la pioggia ormai cadeva stanca e a tratti da più di tre giorni, ci venne consegnato un pastore tedesco, era di taglia gigante, non aveva passato un' infanzia felice, ci fu detto. Jenny si occupò di metterlo insieme agli altri cani, ma nel momento in cui aprì la gabbia il pastore, come impazzito, azzannò Jenny alla gamba. C’era sangue dappertutto, io misi il cane in gabbia con la forza e trasportai Jenny in braccio, dal negozio di animali all’ospedale lì vicino. Lei durante il tragitto non fece altro che ringraziarmi tra le lacrime e il dolore. Riuscii a portarla in tempo prima che la pioggia riprendesse a scendere copiosa. L' affidai alle mani esperte dei  medici che la portarono in sala operatoria, in quel momento lei voleva che non l’abbandonassi , allora rimasi a badare a lei e a tranquillizzarla dicendole che non l’avrei mai abbandonata per nulla al mondo.  Il mattino seguente la ricondussi a casa. Le avevano messo dieci punti di sutura alla gamba destra, andammo al negozio e dicemmo al proprietario che non avremmo più lavorato là. Jenny mi volle portare a casa sua perché diceva di aver avuto un problema ma invece era tutta una scusa per baciarmi. Ero confuso e felice perché dopo tutto il tempo passato insieme a lei, la consideravo più un’amica che qualcosa di più, ma non riuscii a fermarmi, d'altronde, sono sempre stato pazzo di lei. Passammo una notte davvero infuocata e finalmente , avevo accanto una persona stupenda.
Il giorno dopo mi chiamò un vecchio amico di Bari che mi offrì un lavoro presso un negozio di sport, ma sarei dovuto tornare nella mia città natale, d'altronde come rifiutare quell'opportunità inaspettata. Salutai Jenny e raggiunsi il mio amico Alessandro a Bari . Passarono 3 mesi e un pomeriggio ricevetti l’ennesima chiamata da parte di Jenny, non faceva altro che scrivermi che le mancavo e che era sempre più triste e che inoltre aspettava un figlio da me. Io ero sconvolto ma felice e le telefonai per chiederle come mai me lo avesse comunicato soltanto ora, e lei, "volevo farti una sorpresa". Che sorpresa!Pensai. Lasciai tutto ad Alessandro e col primo volo me ne tornai da lei con i miei meritati 45.000 €. L'abbracciai e le sorrisi, ben presto sarei diventato padre!
Arrivò il fatidico giorno: si ruppero le acque e corremmo, questa volta in macchina, nello stesso ospedale dove avevano operato Jenny quando era stata azzannata dal cane. Nacque una bellissima bimba, proprio come sua madre. la chiamammo Ester.
Ora viviamo qui, una piccola famiglia felice in una metropoli maestosa, Milano.

mercoledì 27 ottobre 2010

Dal diario di un'adolescente





Pagina di diario…                             Bari-Palese,  20 Ottobre 2010 

                                                                   
                                                                        
Guardarsi alle specchio e spaventarsi del proprio fisico?
Si, mi è successo. Ormai è diventato un incubo  o un’ esperienza traumatica, se si  preferisce chiamarla così , sempre più quotidiana.
Si sa, non tutti vanno d’accordo con il mondo, soprattutto alla nostra età e, spesso, nascono litigi anche fra grandi amici, per motivi davvero stupidi! Però il mio attuale problema,  è quello di litigare non tanto  con altre persone,  quanto  con gli oggetti!
Li  chiamo oggemi è un vocabolo  coniato da me ed è l’abbreviazione della parola composta   “oggetti-nemici”.  I miei principali “ oggemi ” sono attualmente, la bilancia e lo specchio.
Sì,  ammetto di avere proprio  il terrore di salire sulla bilancia,  o anche solo di  guardarla, scrutarla , spiarla… mi incute una fifa che non riesco a provare in nessun’altra situazione! Dal  momento in cui riesco a trovare il coraggio di montarci su,  passano interminabili attimi prima che  lei, la mia  bilancia digitale  registri crudelmente  il mio peso e  io vivo quei  5 secondi di attesa in uno stato di ansia e il tempo sembra non trascorrere mai!
E’ proprio in quei momenti che maturano in me le speranze di veder comparire  una cifra minore o uguale a 55 kg, ma è impossibile ovviamente!.
Nei giorni in cui sono cosciente si aver esagerato con il pasto, decido di giocare a Bingo (sempre nell’arco dei fatidici 5 secondi di attesa), cercando di indovinare l’intero numero decimale che comparirà sulla bilancia. Se fosse un vero gioco a premi, di certo, in quel momento avrei altro a cui pensare, dato che ci azzecco sempre!
Ma purtroppo non è così…
Lo specchio poi?!  Io vedo una cosa  e lui ne vede un’altra!
Consideratemi anche pazza ma, quando mi guardo allo specchio, spesso, mi capita persino di parlarci  e chiedergli:
- “ Specchio,  maledetto  specchio a me fatale
 dimmi, sto combinata   davvero così male? “ -
Si, è vero, avete capito bene;  in mia difesa ammetto di sentirmi molto meglio al termine della chiacchierata dato che lo specchio  mi ribatte consolandomi-
"No, no, stai molto meglio di quello che sembra!"–  (anche perché mi rispondo da sola in maniera più o meno orgogliosa!)
Certo lo so  che questi sono tutti pensieri scaturiti dalla psiche di un’ adolescente , lo ammetto, tanto che le mie amiche, infatti, mi consigliano di farmi vedere da uno specialista davvero,  ma davvero BRAVO!!!
Loro, infatti, quando inizio a lamentarmi di questi problemi preferiscono non ascoltarmi più e andarsene lasciandomi sola con i miei strambi pensieri!

martedì 26 ottobre 2010

Lo storico e i suoi strumenti


la dieta


Caro diario,
la dieta per ogni donna rappresenta il mezzo con cui raggiungere un obiettivo impossibile. Purtroppo anche per me è così.
Mi pongo questa domanda : perché noi giovani ci ostiniamo a voler imitare modelli di donne dai corpi mozzafiato che noi avremo mai?
Chi è bassa vuole essere alta, chi è grassa vuole essere magra e viceversa; vogliamo ciò che non possiamo avere.
Iniziamo con la solita frase “domani mi metto a dieta” peccato che questo “domani” sia  il 31 febbraio del 2500, scherzo è un modo come un altro per dire che praticamente non giungerà  mai.
Per le poche fortunate che riescono a mettersi a dieta ci saranno molte difficoltà e ostacoli, senza contare la solita  vicina di casa o l’amica che  più magra di un grissino che ci sbatteranno in faccia la loro linea perfetta ottenuta senza alcuno sforzo. Per i compleanni , matrimoni e feste varie ci sarà da soffrire poiché niente è più brutto che guardare gli altri che mangiano quello che vorresti mangiare tu.
Quindi bisogna tenersi alla larga da questi eventi.
Chi ha un debole per i dolci o il  salato come me, mi dia retta, lasci perdere! Non si sa bene per quale motivo siamo stranamente e inspiegabilmente sempre alla ricerca di qualche stuzzichino che unito agli altri cento della giornata…beh …. non ci rende davvero molto magre.
La dieta viene di solito abbandonata dopo qualche settimana poiché depresse e scoraggiate ci tuffiamo nella solita confezione di gelato formato  famiglia. INon perdere peso è come avere una delusione in amore. La dieta si può considerare un mezzo di tortura che ci  infliggiamo per puro masochismo! .
Dopo il fallimento della dieta si incomincia a mangiare sempre di più, a uscire raramente di casa  (solo in caso strettamente necessario) a vestirsi di nero e a criticare qualsiasi cosa o persona.
Siamo fatte così prendere o lasciare. Dopo pochi giorni,  proprio  quando cominciamo a sentirci meglio, per qualche  strana e incomprensibile ragione rincominciamo tutto di nuovo.

Schema sulle fonti dello storico


Le fonti dello storico