caricatura a cura dell'artista Marco Testini (mio ex alunno)

venerdì 29 ottobre 2010

    IL CANE PASTORE, JENNY, LA MIA NUOVA VITA di Francesco Macchia IB

                              


Lunedì 4 giugno,  un giorno che mi ha cambiato completamente la vita. Tutto ebbe inizio la sera tardi, dopo il concerto dei Dire Straits a Milano, una esperienza unica. Alla fine dell'esibizione il mio occhio si posò su una donna alta, magra, capelli lunghi e castani, occhi verdi, insomma, un sogno. Il suo corpo mozzafiato mi catturò completamente e io caddi nella sua rete. Andai verso di lei e le chiesi il nome. Si chiamava Jenny, lavorava in una pizzeria di Milano e il fine settimana in un negozio di animali. Io a quel tempo non abitavo a Milano, quindi le chiesi di farmi conoscere meglio la città, lei rispose di si, sorridendomi. Un buon segno pensai. Ci  fermammo in una caffetteria dove  parlammo tutto il tempo di me, lei mi chiese da dove venissi, e volle conoscere il mio nome e la mia età. " Sono Francesco e ho ventott'anni" le risposi. Dopo aver passato un intero pomeriggio chiacchierando, ci recammo in piazza e mentre eravamo lì mi rivelò il suo numero di cellulare, un segno di fiducia e apertura nei miei confronti. Io purtroppo non potevo restare ancora a Milano, dovevo tornare dalla mia famiglia. Lei capì subito e ci salutammo.  Il mattino seguente tornai a Bari ma convinsi in breve tempo i miei a lasciarmi partire per Milano, d'altronde avevo 28 anni, era giunto il momento per me di cambiare vita, i miei compresero.Tornai a Milano, dall'albergo dove ero alloggiato chiamai subito Jenny. Lei era felice all’idea che io potessi rimanere . Riuscii a trovare lavoro al negozio di cani dove lavorava Jenny. Col passare del tempo il nostro legame di amicizia si andava rinforzando.
Un giorno, mentre Il tempo fuori non era dei migliori e la pioggia ormai cadeva stanca e a tratti da più di tre giorni, ci venne consegnato un pastore tedesco, era di taglia gigante, non aveva passato un' infanzia felice, ci fu detto. Jenny si occupò di metterlo insieme agli altri cani, ma nel momento in cui aprì la gabbia il pastore, come impazzito, azzannò Jenny alla gamba. C’era sangue dappertutto, io misi il cane in gabbia con la forza e trasportai Jenny in braccio, dal negozio di animali all’ospedale lì vicino. Lei durante il tragitto non fece altro che ringraziarmi tra le lacrime e il dolore. Riuscii a portarla in tempo prima che la pioggia riprendesse a scendere copiosa. L' affidai alle mani esperte dei  medici che la portarono in sala operatoria, in quel momento lei voleva che non l’abbandonassi , allora rimasi a badare a lei e a tranquillizzarla dicendole che non l’avrei mai abbandonata per nulla al mondo.  Il mattino seguente la ricondussi a casa. Le avevano messo dieci punti di sutura alla gamba destra, andammo al negozio e dicemmo al proprietario che non avremmo più lavorato là. Jenny mi volle portare a casa sua perché diceva di aver avuto un problema ma invece era tutta una scusa per baciarmi. Ero confuso e felice perché dopo tutto il tempo passato insieme a lei, la consideravo più un’amica che qualcosa di più, ma non riuscii a fermarmi, d'altronde, sono sempre stato pazzo di lei. Passammo una notte davvero infuocata e finalmente , avevo accanto una persona stupenda.
Il giorno dopo mi chiamò un vecchio amico di Bari che mi offrì un lavoro presso un negozio di sport, ma sarei dovuto tornare nella mia città natale, d'altronde come rifiutare quell'opportunità inaspettata. Salutai Jenny e raggiunsi il mio amico Alessandro a Bari . Passarono 3 mesi e un pomeriggio ricevetti l’ennesima chiamata da parte di Jenny, non faceva altro che scrivermi che le mancavo e che era sempre più triste e che inoltre aspettava un figlio da me. Io ero sconvolto ma felice e le telefonai per chiederle come mai me lo avesse comunicato soltanto ora, e lei, "volevo farti una sorpresa". Che sorpresa!Pensai. Lasciai tutto ad Alessandro e col primo volo me ne tornai da lei con i miei meritati 45.000 €. L'abbracciai e le sorrisi, ben presto sarei diventato padre!
Arrivò il fatidico giorno: si ruppero le acque e corremmo, questa volta in macchina, nello stesso ospedale dove avevano operato Jenny quando era stata azzannata dal cane. Nacque una bellissima bimba, proprio come sua madre. la chiamammo Ester.
Ora viviamo qui, una piccola famiglia felice in una metropoli maestosa, Milano.

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