caricatura a cura dell'artista Marco Testini (mio ex alunno)

mercoledì 30 marzo 2011

storia fabula & intreccio

Fabula
I
 n un giorno d’estate, io e la mia   famiglia decidemmo di passare una giornata intera in un parco dei divertimenti. Erano appena le otto e tutti pronti, anche se ancora assonnati,  siamo saliti in auto e siamo andati spediti al  parco. Le autostrade erano completamente bloccate e l’afa incominciava  a farsi sentire, il tempo  scorreva e il parco era ancora distante, ero preoccupata, come tutti ma poco dopo tutto ripartì. Eravamo a pochi chilometri dal parco e farci compagnia c’era la voce della radio che ci annunciava che erano da poco le undici.
Di fronte a noi, una grande insegna luminosa e colorata riportava il nome del parco e facce cordiali ci chiedevano di entrare. C’erano giostre di ogni tipo, grandi, piccole, d’acqua e i soliti giochi di fortuna, eravamo attratti da tutto ma il tempo passava e se non ci fossimo sbrigati saremmo rimasti come stupidi a guardare.
La prima cosa che decidemmo di fare era un montagna russa, dai binari rossi e le macchine gialle, alta e piena di intrecci e ripide discese, subito dopo decidemmo di provare  la nuova attrazione, quella sempre piena, con file lunghissime ma a cui tutti ambivano.
Era arrivato mezzogiorno così ci fermammo ad un chiosco e mangiammo i nostri panini fatti in casa, nel mangiare notai una bancarella, quelle piene di pupazzi di diverse dimensioni, mi colpì un delfino, tutto blu e con gli occhi color del cielo, mia madre mi vide incuriosita e decise di tentare la fortuna. Giocò e prese quel peluche che mi piaceva tanto. Durante il pomeriggio provammo tante altre attrazioni dal cinema 3D, al  tronco più veloce, alla torre più alta o la casa degli orrori, avevamo provato di tutto ma l’unica cosa che ci rimase era la ruota panoramica, essendo tardo pomeriggio era tutta illuminata e sembrava riuscire a toccare le stelle, era tutta bianca, con piccole celle che dolcemente dondolavano, salimmo si di una cella, si riusciva a vedere la luna, si vedeva tutto il paesaggio illuminato e candido come la ruota, accanto a me il mio delfino e tutto il resto, la mia famiglia, i miei pensieri e i tanti ricordi della giornata. Arrivate le otto il parco chiuse e felici tornammo a casa.


Intreccio



E
ravamo appena tornati a casa, felici dopo una giornata trascorsa in un parco dei divertimenti.
L’ultima giostra che abbiamo provato è stata la ruota panoramica, essendo tardo pomeriggio era tutta illuminata e sembrava riuscir a toccare le stelle, tutta bianca con le celle che dondolavano dolcemente, salimmo su una cella, si vedeva la luna e il paesaggio era tutto illuminato e candido come la ruota, con me il mio delfino, la mia famiglia i miei pensieri e i tanti ricordi. Quel peluche che mi piaceva tanto, l’aveva vinto mia madre ad uno dei soliti giochi di fortuna, aveva il pelo blu e gli occhi color del cielo, l’avevo notato mentre stavamo mangiando i nostri panini fatti in casa in un chiosco vicino. Precedentemente avevamo provato altre giostre, la prima fu una montagna russa, dai binari rossi e le macchine gialle, alta e piena di intrecci e ripide discese, subito dopo decidemmo di provare la nuova attrazione, quella sempre piena, con file lunghissime ma a cui tutti ambivano, provammo il cinema 3D, il tronco più veloce, la torre più alta e la casa degli orrori. Prima di arrivare ci mettemmo un po’ ma quando arrivammo una grande insegna luminosa e colorata riportava il nome del parco e facce cordiali ci chiedevano di entrare. La vera preoccupazione venne quando appena partiti, e ancora assonnati, vedemmo l’autostrada completamente bloccata e l’afa cominciava a farsi sentire, il tempo scorreva e il parco era ancora molto distante. Dopo poco tutto ripartì e a farci compagnia c’era la voce della radio che ci annunciava  che erano da poco le undici. Pensare che volevamo trascorrere una semplice giornata estiva in famiglia.

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