Cari alunni ho pensato che potremmo utilizzare questo blog per mettere in rete gli appunti, i nostri lavori, le schematizzazioni delle lezioni e anche per scrivere le vostre storie e tante altre cose ancora......
martedì 30 novembre 2010
Luisi Antonella IF
Liberiamoci dalla violenza! testo di Antonella Luisi IF, dsegno di Alessia Guerrieri IB
Cos’è per me la violenza sulle donne? Un aggettivo per definirla?
Semplice… fa letteralmente schifo… Vi chiederete perché con tanti termini più appropriati sono andata a scegliere proprio questo… Bhè, avete ragione ma… pensando alla violenza sulle donne, mi vengono solo parole peggiori di questa… quindi utilizzando la parola “ schifosa” limito soltanto quelli che sono i miei pensieri…
Si proprio così, perché questo atteggiamento non è affatto giustificabile, nessun uomo ha il diritto di sfiorare, anche con un solo dito, una donna…! Quello in cui oggi viviamo, non può essere più definito “mondo”. Ormai… nulla ha più un limite…
Oggi non ha più senso dire che non bisogna andare in giro da soli, che non bisogna girovagare per la città a certe ore del giorno o che non bisogna percorrere strade buie ed isolate. Già ormai non ha più senso raccomandare queste cose, perché ai giorni d’oggi, può accadere tutto e dappertutto: a partire dalle strade buie ed isolate percorse da sole e in determinate ore a finire alle strade più illuminate di tutto questo mondo, strade percorse a qualsiasi ora del giorno e da quante più persone possibili…
Può succedere tutto e ovunque!
Però non per questo dobbiamo essere terrorizzati da quella che è la realtà che ci circonda… No!
Non bisogna chiudersi in casa, o cammina con la paura addosso, assolutamente no! Ma non bisogna nemmeno essere troppo sicuri di se stessi e pensarsi in grado di abbattere sia fisicamente che moralmente qualsiasi persona crei problemi o ti importuni. Non bisogna essere troppo convinti di se stessi, perché magari tu ora dici cosa che ti portano ad essere quasi indifferente a queste possibili situazioni, dici che nessuno potrebbe farti niente, o che magari lo insulteresti o lo metteresti al “tappeto” subito e senza problemi...non devi pesare tutte queste cose, perché, se un giorno ti dovessi trovare in una situazione del genere, “afferrata con violenza” non riusciresti a muovere nemmeno un muscolo! Bisogna solo essere attenti e imparare a far funzionare la testa, mettendo in moto il cervello nel momento del bisogno, senza farsi sopraffare dalla paura…
Sì, perché la cosa più importante in certe situazioni è proprio nascondere, non mostrare la paura, perché la paura ti può essere fatale…
Devi solo mantenere la calma (anche se è difficile) e mettere in moto il cervello… farsi furbi, quanto basta però…
A volte penso a come si possa essere arrivati a questo punto, perché tutti coloro che violentano una donna (o violentano in generale), sono solo egoisti, menefreghisti…
Non hanno un cuore, né anima, né tanto meno testa, in quanto secondo me queste persone non sono nessuno, non hanno una propria personalità o individualità (positiva intendo). Sono solo persone che forse non meriterebbero nemmeno la vita, perché non ne comprendono il vero significato, il vero valore! Persone che sì, magari non hanno avuto la possibilità di vivere un’infanzia felice, costruttiva e “ da persone”, perché non possono essere definite persone colore che fanno queste azioni, io non le definirei nemmeno “animali” perché secondo me questi ultimi sono migliori, perché fanno del male all’altro per uno scopo preciso (sopravvivenza e/o fame) e non per puro divertimento! Comunque sia, però, infanzia o no, non sono giustificabili per le orribili azioni che compiono! Sarebbero solo da rinchiudere!
Esercizio sul testo di Ken Follet
Era il re spartano da cinque anni e aveva conquistato la Grecia. Dei trecento il più giovane e robusto, e il più agguerrito. Lo amavano quanto una madre può amare un figlio: in poche parole lo amavano con il cuore.
Risalirono la collina di una vasta zona, guerriero e guerriero, camminando fianco a fianco. In cima si fermarono, guardarono avanti, e quello che videro fu un altro esercito e con quello altri mille. E fu come se nel re si accendesse un fuoco. Gli spartani alzarono gli scudi, poi alzarono le lance. Leonida si accovacciò in cima alla collina come un monumento, fissando il nemico con l’indifferenza di chi muore. L’uomo tirò la lancia, il comandante persiano alzò la testa e rizzò il collo, ma non si alzò. Il re leonida si mise a colpire i nemici, più forte che poteva, tre o quattro volte. Infine prese una spada ricurva, affilata come un rasoio, e gliela conficcò nel cuore del comandante persiano. Dalla ferità usci sangue, ma il persiano non alzò nemmeno le palpebre semichiuse. Leonida capì quel che stava facendo. Il corpo dell’invasore aveva cessato di funzionare, come un’ automobile priva di carburante. Leonida però stava vedendo i suoi uomini crollare senza vita al limite delle energie, circondati dall’esercito nemico che si faceva sempre più avanti, troppo numeroso da combattere.
Avrebbe potuto tentare due altri espedienti. Uno era di combattere per la sua Sparta, fino a che l’ultimo spartano non si sentisse morire, l’altro era di ritirarsi, con l’orgoglio sotto i piedi. Ma non poteva abbandonare e lasciare Sparta, e per di più nessuno dei due metodi aveva grandi probabilità di successo. Era ora di combattere comunque.
Il sole era alto e cocente.
IL Neolitico schema realizzato sull'ipad in classe Alessia Maddalena IF
La violenza sulle donne - Mariana Di Tanno e Francesca Predoiu IB
Dalla Repubblica all'impero - Mariana Di Tanno e Francesca Predoiu IB
lunedì 29 novembre 2010
Nicoletta Manzari- Domenico Siciliani IB- Nicola di Venere IF Il neolitico (da migliorare)
La Mesopotamia e l'Egitto: i fiumi, le città, la scrittura
domenica 28 novembre 2010
POESIA E DISEGNO DI ROSY IF "Basterebbe un Momento"
Mi è bastato solo un momento di riflessione
venerdì 26 novembre 2010
giovedì 25 novembre 2010
LE RAGAZZE DI ERIC ( un po’ per riderci sù)
25 Nov, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne
Bari contro la violenza sulle donne
Lettara informale e lettera formale Emanuela Losacco IF
Cara Sara, 21/11/10 Bari
ti scrivo per dirti che qui manchi molto!!! Non manchi solo a me ma anche alla classe,
i professori e i bidelli Saverio e Claudia, perfino la professoressa di matematica sente
la tua mancanza!!! Quest'anno è cambiata la professoressa di geografia, quella che tu
odiavi più di tutti e di tutte e la professoressa di tedesco che è dovuta tornare in Svizzera
per vari problemi.Non ci crederai!!! Quest'anno riesco ad applicarmi e capire di più scienze
fisica, cosa che a te può sembrare strano, ma c'è sempre quella matematica che non riesco
a capire...troppi segni!! Troppi numeri!!! E a te come va? Tutto bene nella nuova scuola? Hai
stretto nuove amicizie? Rispondimi al più presto!!!
Ora devo andare a studiare, può sembrare strano detto da me XD, ma domani ho l'interrogazione
di scienze della terra!!!
Un abbraccio forte forte dalla tua amica
Emenuela
LETTERA FORMALE:
mercoledì 24 novembre 2010
martedì 23 novembre 2010
Presentazione di Mario
Alla Conquista del Nulla (da Correggere)
lunedì 22 novembre 2010
TRATTO DAL CODICE REBECCA DI KEN FOLLET (I TEMPI NARRATIVI)
LE FINESTRE COLORATE di Francesco Macchia IB
Dalla strada si notavano i grandi palazzi della borghesia, con coloratissime finestre chiuse a fianco ad altre aperte e dalla piazza adiacente qualche giovanotto alzava lo sguardo e ammirava il passaggio scintillante della luce tra i vetri multicolori delle belle facciate ornate di archi, e donne con grandi cappelli di seta sedute alla panchine con le gambe raccolte contemplavano l’arcobaleno cangiante e in certi angoli si trattenevano uomini del popolo per discutere e giovani dai muscoli scolpiti, increduli ai propri occhi, osservavano quella luce e in tutti i vicoli si parlava delle finestre colorate e dei muretti bianchi che dividevano il quartiere dei benestanti, dove la gente si era accalcata e donne molto loquaci, chiamavano i propri mariti per guardare quella luce, e da ogni parte la folla contemplava le finestre policrome viste dal basso brillare al sole del tramonto. E certi bambini con tamburi danzavano a ritmo di musica e la gente si accalcava per sentire quella melodia e venditrici ambulanti arrostivano nel braciere salsicce e involtini oppure bruschette di pane condite con olio, ed accorrevano altri del quartiere attirati dal profumo e dalla luci e una rissa tra le persone ammassate era esplosa con vigore dove cominciava la fila di spettatori, munita di seggiolini per godersi ancora più a lungo quello spettaccolo.