L’ultimo soldato crollò nell’ora più calda della giornata.
Era il granatiere giovane ma esperto, che era incaricato insieme ai suoi compagni di assaltare la base nemica. Era forse il più giovane e robusto di tutto il plotone.
Il comandante ci teneva alla sua salute quanto a se stesso: in altre parole lo invidiava con moderazione.
Attaccarono, risalendo il lato sottovento di una duna, sprofondando nella sabbia ad ogni passo.
Si fermarono rannicchiati sulla cima e guardarono avanti: e quello che intravidero fu la base nemica e, oltre quella, altre dune. Nei loro cuori, per un momento si spense la speranza che avevano fin qui avuto; la grinta, la sicurezza e la fermezza si trasformarono in timidezza e paura di morire inutilmente per una missione impossibile.
Si confrontarono tra di loro e soprattutto col comandante, fissando la base nemica col fiato sospeso.
Il comandante aspettò a rispondere qualcosa ma la verità era che non aveva niente da dire per rassicurarli e cominciava a fare caldo; pensò che se i suoi ragazzi non volevano continuare quella missione, allora doveva entrare da solo in azione……..
Si lanciò con i denti serrati gridando all’improvviso “ALL’ASSALTO” per incitare i suoi ad attaccare e dopo un solo minuto di fuoco continuo, la strage avvenne davanti alla base: nessuno sopravvisse tranne uno.
Il biondo esperto, ferito gravemente fu avvistato e portato nella base nemica per essere curato; ma non ci fu niente da fare per lui e non ebbe paura di morire perché così tutto finalmente era finito.
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