caricatura a cura dell'artista Marco Testini (mio ex alunno)

mercoledì 26 gennaio 2011

Gli Ebrei

L'Egitto

Gli Hittiti

Vurro IB

SEMITI E INDOEUROPEI

L’ambito territoriale dei semiti
Gli ebrei e i fenici, appartenevano alla più grande famiglia dei semiti, di cui facevano parte i popoli mesopotamici (eccetto i sumeri) e anche quelli che in seguito si stanzieranno nella penisola arabica. Le varie culture semitiche non si presentarono mai in modo compatto e unitario: la diversità che caratterizzò in età storica le popolazioni semitiche fu da sempre una loro prerogativa.


Un comune ceppo linguistico
Il termine “semiti” si riferisce a popoli diversi per stirpe. Il nome di “semitiche” per le antiche lingue diffuse nell’aria compresa tra il Mediterraneo orientale e il Tigri, tra le quali l’ebraico, l’aramaico,il siriaco, il fenicio, l’accadico, l’ amorreo. I semiti furono erroneamente considerati un unico gruppo etnico.
Le lingue indoeuropee
Williams Jones, studioso di lingue, elaborò una teoria destinata a influire profondamente sulla cultura europea. Egli aveva messo a confronto alcune delle più importanti lingue antiche. Jones aveva riscontrato che le radici di molte parole ero estremamente simili. Su questa base suggerì l’ipotesi che tutte queste lingue derivassero da uno stesso antenato: indoeuropeo.
Un fantasma: l’indoeuropeo come lingua parlata
La teoria di Jones premettendo di ipotizzare migrazioni di popoli e rapporti di cultura. In primo luogo, per lungo tempo gli studiosi ritennero che si potesse ricostruire l’indoeuropeo come lingua effettivamente parlata, mentre si tratta di una lingua “immaginaria”, o meglio di un ipotesi generica su lingue diverse in base alle loro somiglianze.
Il “popolo indoeuropeo”
In secondo luogo, accade che il concetto di “indoeuropeo” fosse utilizzato per definire un’identità non solo linguistica, ma anche etnico-razzaile. La lingua non era considerato tanto nel suo aspetto strumentale- come insieme di simboli e segni funzionali allo scambio di pensieri informazioni-, ma come una creazione spirituale, in cui si esprimeva la natura più profonda di ciascun popolo. Nacque allora la contrapposizione fra popoli “indoeuropei”e “popoli semiti” e si cominciò a parlare di una razza “ariana” in opposizione a una “razza semitica”. Anche gli orrori del nazismo, nel 1900, trovarono una delle loro radici in questa contrapposizione.

Barbara Salamida IG schema I Fenici

martedì 25 gennaio 2011


Edward Allen
Un nome abbastanza comune, da persona noiosa e nella media, un tipo chiuso e introverso, uno che non si apre facilmente, per certi versi anche felice della sua vita da emarginato. Con questo di certo non voglio dire che tutti gli Edward Allen siano così, io mi riferisco ad un Edward Allen in particolare, la persona che con il suo fare sospettoso e inquieto mi ha costretto ad un’esistenza da recluso, senza liberta, e con un branco di imbranati a proteggermi. Io sono Andrew, il mio cognome non siete tenuti a saperlo per il momento ve lo svelerò solo in seguito. Sono il classico vicino di casa, con il sorriso spalancato come se il mondo non facesse altro che sorprendermi in positivo, sono colui che nel supermercato vi aiuta con la spesa, sono un professore, ero un professore, quindi sono sempre presente nella vita dei vostri figli, in poche parole io voglio essere utile alla società, una società che per ora è invasa da persone che la rovinano. Per altri invece sono il “pulitore di case”, beh per altri intendo gli sbirri, i poliziotti o comunque voi gli voliate chiamare, e sono loro che in realtà costituiscono un problema nell’eliminare la feccia della società.
I “pulitore di case” anche detti serial killer si credono missionari, credono che si aiuti la società eliminandone gli individui che la peggiorano. Ebbene non è che io mi senta semplicemente un missionario, lo sono e basta e per quanto i psichiatri ci provino in tutte le maniere di dissuadermi io so di fare del bene!
Il mio primo omicidio è avvenuto all’età di sedici anni, il giorno del mio compleanno. La vittima è stata Mark, mio padre, anche se padre proprio non si poteva definirlo . Un uomo pelato, grosso, disoccupato, che aveva messo in cinta mia madre che lo odiava proprio per quello, dal momento che io sono stato la sua rovina. La sua vita è finita il giorno in cui sono nato io, e lei e non è mai stata la classica mamma che morirebbe pur di difendere il figlio, anzi tutto il contrario. Ma non ho ucciso mio padre solo per questo banale motivo, lui picchiava mia madre, beveva, si drogava, era uno di quegli uomini che ti fanno venire la nausea solo a guardarli e inoltre se questo non bastasse era un verme. La sua testa in qualche maniera si staccò dal corpo non appena gli conficcai l’ascia che usava per tagliare la legna nella sua fragile gola. Non urlò, non fiatò, c’era solo tanto sangue, tanto sangue da far venire i brividi, ma in qualche maniera il mio corpo non riluttava alla vista del sangue, anzi c’era una certa eccitazione al vederlo scorrere sulle lenzuola bianche. La sua testa fu riposta da me sul suo comodino e i suoi occhi erano ancora aperti, speravo che vi fosse ancora impressa l’immagine di terrore nel vedermi agire con freddezze e lucidità, lo sguardo attonito, inerme, di chi muore sotto le mie mani, come tante volte avevo visto mia madre inerme sotto le sue.
Lui è stato il mio primo favore alla società e mia madre è stata incolpata per il suo omicidio, in fondo anche lei non si meritava di vivere in pace. Passai i successivi anni in una casa con altri ragazzi,tutti mi evitavano, ero considerato l’orfano Beta non so bene cosa significasse ma giravano molte storie su di me e molte di queste erano per spaventare i bambini più piccoli. La mia seconda vittima è stata ritrovata in un canale di scolo a est della città. Vederlo morto sulla prima pagina del giornale, mi ha fatto capire quanto io serva a questa società malata. Non conoscevo il nome della mia seconda vittima ,ma conoscevo ogni piccolo particolare che caratterizzava la sua giornata. Lui come ogni giorno si svegliava alle 12:12 precisamente quando il treno passava sopra i binari est e il poliziotto della stazione entrava in servizio. Come ogni giorno dopo essere stato cacciato, si recava a elemosinare per strada, poi andava a mangiare alla mensa dei poveri e infine stava tutto il resto della sua giornata a giocare a carte con gli altri barboni. Dopo giorni di osservazioni scoprii che oltre a essere un barbone era stato anche incarcerato per un rapina a mano armata. È in quel preciso momento che capii che non meritava di vivere. Lo rapii e nell’angolo dietro la 4° strada gli aprii il petto come fosse un animale, non un essere umano che dovrebbe avere la volontà e la capacità di cambiare, di voler rincominciare una vita buttandosi il passato alle spalle. Lui sotto le mie mani era un animale, un pezzo di carne senza sentimenti. Lo rilasciai nel canale di scolo e il suo cadavere fu ritrovato ,ma dopo giorni di indagine archiviarono il caso per mancanza di prove.
I primi omicidi non si scordano mai, da lì in poi ho ucciso molte altre persone, dopo il mio lavoro avevo una voglia irrefrenabile di veder soffrire un uomo, non mi bastava più uccidere una sola vittima ogni tanto,avevo sete di sangue e avrei ripulito la città da chi in fondo la rende peggiore. Ho ucciso barboni,prostitute, spacciatori, boss che chiedevano il cosiddetto “pizzo” ai commercianti onesti. Perché in fondo chi sospetterebbe di un persona socievole e amichevole come me, ma soprattutto chi piangerebbe la morte di persone che io ho soprannominato “fantasmi”.I “ fantasmi” sono quelle persone senza casa,senza famiglia, senza amici, senza una propria anima, persone di cui nessuno si interressa e che nessuno conosce o vorrebbe conoscere, ma questo è solo il mio parere. Confesso che una volta non ho rispettato la mia missione, quello per cui sono venuto al mondo, si ho ucciso tre neonati, tutti soffocati, tutti morti nelle loro culle. Erano tutti figli di persone così malvagie che oltre alla loro fine ho voluto porre fine alla loro discendenza diretta. Povere creature ma come mi sarei sentito se fossero divenuti come i loro genitori e io non avessi fatto nulla per impedirlo?
Io sono un missionario, io ho ucciso 79 persone e la mia ottantesima era Edward Allen. Un numero della mia lista, niente di più, niente di meno, Un uomo insignificante, per me lui era l’ennesimo gioco da usare e buttar via senza vita. Ma con lui feci uno sbaglio e di quello sbaglio io ne pago ancora le conseguenze. Organizzai la sua morte come se fosse uno splendido gioco macabro in cui io mi sarei divertito. Ero eccitato al solo pensiero. Lo intrappolai nella mia casa, mossa abbastanza stupida ora che ci penso, lo legai a una sedia e gli misi un bel coltello nelle mani. Lo osservai da una telecamera. Quell’uomo pacifico e tranquillo nascondeva una natura orribile, era uno stupratore da anni e la polizia non si era mai accorta di niente, un po’ come dei miei omicidi … ma io, io uccidevo per una buona causa, comunque io volevo applicare su di lui il giochetto che usava per le sue vittime, doveva morire cosciente che quello che faceva era disgustoso. Lui si risveglio e io da bravo spettatore cominciai a guardare lo spettacolo senza emettere una sola parola. Allen vegliandosi prese il coltello e si slegò, in precedenza avevo messo una bella bottiglia sul tavolo e con un meccanismo a distanza gli dissi di decidere se bere o morire Edward Allen con la sua voce intensa mi rispose ‘ è il mio gioco, lo conosco fin troppo bene...io berrò il contenuto della bottiglia sicuramente drogata e mi risveglierò nella tua camera da letto stuprato.Poi senza farmi vedere il tuo viso mi scaricherai in una fogna.’ Infatti è così che avevo intenzione di far finire la sua vita, non avevo la minima intenzione di stuprarlo, ma solo di convincerlo che la sua morte era importante per il bene di tutti. Si ritrovò nella mia camera e dopo un bel lavaggio di cervello gli sparai dritto negli occhi. Qualcosa si ruppe nel silenziatore della mia pistola. Il rumore dello sparo fu così violento che una mia vicina lo udì e chiamò la polizia.
Ora sono dietro le sbarre con una condanna a vita e gli imbecilli che mi dovrebbero difendere sono i miei avvocati. A differenza di un comune assassino io non sono minimamente pentito. La mia città è un posto migliore senza le ottanta persone che io ho ucciso …Edward Allen non meritava di vivere. Io ho avuto l'enorme piacere di essere arrestato per aver ucciso uno stupratore!! Che ironia la vita...si auita e si viene puniti per aver impedito una marea di crimini che sarebbero stati commessi da le persone che ho ucciso.
Io sono Andrew, fratello gemello di Allen, il figliol prodigo, quello che scappò di casa per non seguire le orme del padre, ma che poi è tornato per porre in atto la sua missione, per rimediare agli errori di Mark, per fermare il marciume e l’odio generato da lui e da quelli come lui e nonostante mi reputino pazzo io sono convinto di aver fatto la cosa giusta!

giovedì 20 gennaio 2011

Domenico Siciliani - Mai tutti uguali IB




Spero che vi piaccia

Testo: Domenico Siciliani

Interpretata da: Domenico Siciliani       

                                
Mai tutti uguali
Il tempo passa inesorabilmente
e quindi tu non puoi farci niente
se poi tu provi a far diversamente
ti mette contro tutta la gente.
Ma cosa fai, ma dove vai, ti chiede
ma cosa vuoi, ma chi tu sei, ti uccide.
Cara mia ascoltami, lascia stare tutto com'è
cara mia spiegami qual è il perché,
le tue agitazioni non servono a un gran che
tanto poi comunque non cambia niente.
Le persone cambiano, non ti preoccupare,
tanto poi alla fine diventa normale!
I problemi della genti si perdono nel tempo,
L'importante è alla fine non ricaderci dentro.
Non guardarti più con gli occhi della gente,
mantieni il modo di veder diversamente.
Una cosa che devi mantenere
è ciò che ci rende tutti diversi:
la personalità di un uomo è importante,
se ci manca quella siamo tutti uguali!
spero che tu ascolti i miei consigli,
e che tu non pensi a ciò che dice la gente,
credi solo a ciò che è importante
pensa al tuo futuro e a come lo creerai,
senza farti influenzare dai cattivi pensieri
segui ai tuoi principi e a ciò che credi.
Segui questa strada e stai tranquilla
non guardarti dietro, pensa a ciò che viene.

mercoledì 19 gennaio 2011

le varie forme del Si : da correggere

Impersonale
1.Si parla di lui sempre poiché è il ragazzo più popolare della scuola
2.si affittano camere a prezzi ridotti poiché l’albergo è in una situazione economica debole.

Passivante.
1) è un vestito che si indossa con una collana di perle per un’occasione speciale, ad esempio una cena
2) è un libro che si legge tutto d'un fiato, mi ha appassionato molto, l’ho voglio rileggere.
Riflessivo:
Proprio
1.Se qualcuno non resterà al suo fianco, Matteo SI sentirà molto solo, la sua casa è vuota e lui non ha nessuno
2. Prima di andare a cena, Gianluca SI è lavato le mani,è sceso in gran fretta e ha fatto cadere il vaso di porcellana antico che apparteneva alla famiglia da generazioni.
Apparente
1. L'atleta si è slogato una caviglia mentre percorreva il suo solito giro d’allenamento
2.La ragazza si è fatta un tatuaggio poiché voleva essere accettata delle amiche
Reciproco
1.ragazzi si fanno gli auguri sia a natale che a Pasqua come segno di buona educazione
2.Marta ed Elena si salutano sempre prima di entrare nelle rispettive classi
Pronominale
1.Si indirizza verso una buona strada un figlio che ha sbagliato più di una volta.
2.Si volta spesso verso la finestra perché spera che il suo principe azzurro la salvi dalle lezione di Chimica
3.Si addormenta spesso e volentieri sulla poltrona di giorno poiché la notte lavora in un supermercato part-time.

martedì 18 gennaio 2011

letteratura e conoscenze scientifiche di Valentina Paltera IF

Edward Allen ; da correggere


Edward Allen
Un nome abbastanza comune,magari di una persona noiosa e nella media ,una persona chiusa introversa, una persona che non si apre facilmente,una persona per certi versi anche felice della sua vita da emarginato…con questo di certo non voglio dire che tutti gli Edward Allen siano così,anzi io mi riferisco ad un Edward Allen in particolare,la persona che con il suo fare sospettoso e inquieto mi ha costretto ad un’esistenza da recluso, senza liberta, e con un branco di imbranati a proteggermi. Ah si che maleducato mi scordavo quasi di presentarmi,io sono Andrew, il mio cognome non siete tenuti a saperlo ed di certo io non ve lo svelerò, sono il classico vicino di casa con il sorriso spalancato come se il mondo non facesse altro che sorprendermi in positivo,sono colui che nel supermercato vi aiuta con la spesa,sono un professore scusate ,ero un professore, quindi sono sempre presente nella vita dei vostri figli, in poche parole io voglio essere utile alla società ,una società che per ora è invasa da persone che n’è rovinano la reputazione. Per altri invece sono detto il “pulitore di case” ,beh con altri intendo gli sbirri,i poliziotti o comunque voi gli voliate chiamare, e sono loro che in realtà costituisco il problema nell’eliminare la feccia della società.
I “pulitore di case” anche detti serial killer si credono missionari,cioè credono che si aiuti la società eliminandone gli individui che la peggiorano. Beh io non mi credo un missionario, io sono un missionario e per quanto i psichiatri me lo possano ripetere io sono realmente convinto di fare del bene.
Il mio primo omicidio è avvenuto all’età di sedici anni, se ci penso bene proprio il giorno del mio compleanno. La vittima era Mark Allen,come avrete capito mio padre, anche se tale non si poteva definire. Un uomo pelato,grosso,disoccupato,che aveva messo in cinta mia madre che non per precisare lo odiava per quello che le aveva fatto, io sono stato la sua rovina,la sua vita è finita il giorno in cui sono nato, ed in effetti non è mai stata la classica mamma che morirebbe pur di difendere il figlio, anzi tutto il contrario. Ma non ho ucciso mio padre solo per questo banale motivo,lui picchiava mia madre,beveva, si drogava, era uno di quegli uomini che ti fanno venire la nausea al solo sguardo e inoltre se questo non bastasse era un verme. La sua testa in qualche maniera si stacco dal corpo non appena gli conficcai lascia che usava per tagliare la legna nella sua fragile gola,non urlo,non fiatò,c’era solo tanto sangue,tanto sangue da far venire i brividi, ma in qualche maniera il mio corpo non riluttava alla vista del sangue anzi c’era una certa eccitazione al vederlo scorrere sulle lenzuola bianche. La sua testa fu riposta da me sul suo comodino e i suoi occhi erano ancora aperti,speravo che ci fosse ancora impressa la mia immagine e speravo che lui si ricordasse che pochi secondi prima inerme moriva sotto le mie mani,come tante volte avevo visto mia madre inerme sotto le sue.
Lui è stato il mio primo favore alla società e mia madre è stata incolpata per il suo omicidio,infondo anche lei non si meritava di vivere una bellissima vita. Passai i successivi anni in una casa con altri ragazzi,tutti mi evitavano,ero considerato l’orfano Beta non so bene cosa significasse ma giravano molte storie su di me e molte di queste erano per spaventare i bambini più piccoli. La mia seconda vittima è stata ritrovata in un canale di scolo a est della città. Vederlo morto sulla prima pagina del giornale,mi ha fatto capire quanto io serva a migliorare la vita di tutti. Io non conoscevo il nome della mia seconda vittima ,ma conoscevo ogni piccolo particolare che caratterizzava la sua giornata. Lui come ogni giorno si svegliava alle 12:12 precisamente quando il treno passava sopra i binari est e il poliziotto della stazione entrava in servizio. Come ogni giorno dopo essere stato cacciato, si recava a elemosinare per strada,poi andava a mangiare alla mensa dei poveri e infine stava tutto il resto della sua giornata a giocare a carte con gli altri barboni. Dopo giorni di osservazioni scoprii che oltre a essere un barbone era stato anche incarcerato per un rapina a mano armata. È in quel preciso momento che capii che non meritava di vivere. Lo rapii e nell’angolo dietro la 4° strada gli aprii il petto come fosse un animale,non un essere umano con capacità di intendere di volere,la capacità di cambiare la capacità di voler rincominciare una vita lasciando il passato alle spalle. Lui sotto le mie mani era un animale, un pezzo di carne senza sentimenti. Lo rilasciai nel canale di scolo e il suo cadavere fu ritrovato ,ma dopo giorni di indagine archiviarono il caso per mancanza di prove.
I primi omicidi non si scordano mai,da li in poi ho ucciso molte altre persone ,dopo il mio lavoro avevo una voglia infrenabile di veder soffrire un uomo, non mi bastava più uccidere una sola vittima ogni tanto,avevo sete di sangue e avrei ripulito la città da chi in fondo la rende peggiore. Ho ucciso barboni,prostitute,spacciatori, boss che chiedevano il cosiddetto “pizzo” ai commercianti onesti. Perché in fondo chi sospetterebbe di un persona socievole e amichevole come me, ma soprattutto chi piangerebbe la morte di persone che io ho sopranominato “fantasmi”.I “ fantasmi” sono quelle persone senza casa,senza famiglia, senza amici, senza la loro anima, persone di cui nessuno si interressa e che nessuno conosce o vorrebbe conoscere, ma questo e solo il mio parere. Confesso che una volta non rispettando i miei piani ho ucciso tre bambini neonati, tutti soffocati, tutti morti nelle loro culle e tutti figli di persone così malvagie che oltre alla loro fine ho voluto anche la fine dei loro figli. Povere creature ma come mi sarei sentito se sarebbero divenuti come i genitori e io non avessi fatto nulla per impedirlo?
Io sono un missionario, io ho ucciso 79 persone e la mia ottantesima era Edward Allen. Un numero della mia lista,niente di più ,niente di meno, un uomo insignificante, per me lui era l’ennesimo gioco da usare e buttar via senza vita. Ma con lui feci uno sbaglio e di quello sbaglio io ne pago ancora le conseguenze .Organizzai la sua morte come se fosse uno splendido gioco macabro in cui io mi sarei divertito. Ero eccitato al solo pensiero .Lo intrappolai nella mia casa,mossa abbastanza stupida ora che ci penso, lo legai a una sedia e gli misi un bel coltello nelle mani. Io lo osservai da una telecamera. Quell’uomo pacifico e tranquillo nascondeva una natura orribile era uno stupratore da anni e la polizia non si era mai accorta di niente ,un po’ come dei miei omicidi … ma io ,io uccidevo per una buona causa ,comunque io volevo applicare il giochetto che usava per le sue vittime su di lui per fargli capire che quello che faceva era disgustoso. Lui si risveglio e io da bravo spettatore mi incominciai a guardare lo spettacolo senza emettere una sola parola. Lui svegliandosi prese il coltello e si slegò,. Io in precedenza avevo messo una bella bottiglia sul tavolo e con un meccanismo a distanza gli dissi di decidere se bere o morire
Edward Allen con la sua voce intensa mi rispose <<é il mio gioco, lo conosco fin troppo bene...io berrò il contenuto della bottiglia sicuramente drogata e mi risveglierò nella tua camera da letto stuprato.Poi senza farmi vedere il tuo visomi scaricherai in una fogna. >> in effetti è così che avevo intenzione di far finire la sua vita, ma io non avevo la minima intenzione di stuprarlo ma solo di convincerlo che la sua morte era importante per il miglioramento della vita di tutti. Si ritrovò nella mia camera e io dopo un bel lavaggio di cervello lo sparai dritto negli occhi. Lo sparo provoco un rumore così violento che una mia vicina lo udì e chiamò la polizia.
Ora sono dietro le sbarre con una condanna a vita e gli imbecilli che mi dovrebbero difendere sono i miei avvocati. A differenza di un comune assassino io non sono minimamente pentito. La mia città e un posto migliore senza le ottanta persone che io ho ucciso …Edward Allen non meritava di vivere.IO ho avuto l'enorme piacere di essere arrestato per aver ucciso uno stupratore!! che ironia la vita...si auita e si viene puniti per aver impedito una marea di crimini che sarebbero stati commessi da le persone che ho ucciso
Io sono Andrew e nonostante mi reputino pazzo io sono convinto di aver fatto la cosa giusta.

domenica 16 gennaio 2011

Neve testo di di Tanno IF, lettura e correzioni del prof.


Vidi dalla finestra il primo fiocco di neve attraversare l'immensa atmosfera per posarsi delicatamente sul suolo. Dopo, mille altri ancora seguirono il corso del primo, come se esso avesse dato l'esempio a tutti gli altri.
Fu un evento particolarmente strano,  poiché la mia casa è posta sul mare, sul versante mediterraneo del nostro bellissimo pianeta. Il cielo sembrava il cratere di un vulcano ormai spento, segno che da lì in poi non ci sarebbe più stato l'azzurro profondo e ricco di sfumature che caratterizza la nostra estate. Eppure, in poco tempo, il paesaggio che si mostrò ai miei occhi fu bellissimo, profondo,  per certi versi strabiliante. Il mio sguardo si fermò sulla rude capanna degli attrezzi di papà. Grazie alla neve non sembrava più un magazzino piccolo e abbandonato, con giusto qualche utensile,  un piccolo martello e dei sottili e pungenti chiodi, ma una casetta sommersa dal bianco e circondata da un alone di magia.
L'albero che appoggiava i suoi tronchi secondari sul tettuccio innevato era spoglio e i suoi rami erano stretti e lunghi; ogni sua ramificazione era molto articolata ed era difficile da comprendere quale fosse la loro forma effettiva, inoltre, a completare magnificamente il paesaggio, c'era il mare che fungeva da sfondo, un mare che per via dei forti venti e delle temperature basse era inquieto, la schiuma che lo copriva cresceva sempre più e le onde sembravano non avessero mai fine. L'insieme di quel paesaggio, comunque, mi dava gioia, la prima nevicata che con il suo candore avrebbe reso più puro il Natale.

sabato 15 gennaio 2011

Adolescenza e valori! di Giusy Nuovo IF

Dai recenti fatti di cronaca è emerso che i giovani d’oggi si spingono a fare pazzie, oltre ogni limite,  per puro divertimento o per dimostrare  agli altri ragazzi del gruppo che non hanno paura di nulla.

Ogni giorno se ne sente una nuova in tv, oppure amici o conoscenti ci mettono al corrente di qualche nuova  bravata..
I ragazzi d’oggi sono considerati dagli adulti vuoti e senza cervello, ma non mi sembra giusto etichettarci  così, perché troppo spesso gli adulti osservano e  giudicano  solo gli aspetti  negativi  della gioventù.
Sono convinta che i ragazzi che vanno veloci sul motorino pur non avendo la patente, quelli che si drogano, quelli che vanno ai party per ubriacarsi, siano persone  insicure, sovente con un passato difficile, forse hanno una situazione familiare degradata, oppure non si sentono compresi; altri magari si sentono"costretti", perché lo fanno tutti nel loro branco e   non vogliono  essere da men; altri ancora, ne sono sicura, per semplice stupidità...
Tuttavia gli adulti non devono dimenticarsi di quanto l’adolescenza sia un   periodo di grandi contraddizioni, fase della vita in cui ognuno è alla ricerca di se stesso, periodo assai difficile in cui si sente urgente la necessità  di appartenere ad un gruppo, la classica comitiva, fatta da amici più o meno dello stesso carattere, che la pensano come te.
Fonte di sfogo per qualunque problema si abbia e a volte ci si lascia  molto condizionare dai propri amici.
Sono convinta che in questa fase tutti abbiano fretta di crescere e la fretta porta a volte a  compiere gesti inopportuni. Probabilmente questa caratteristica che accompagna l'adolescenza non  tramonterà mai. Certo non tutti all’età di quindici anni, e per fortuna, sentono il bisogno di fare, ehm... lasciatemelo dire,  “cazzate”. Sono i ragazzi più  forti e motivati nella vita.
Non ho esposto le mie ragioni in proposito per giustificare ogni cosa che si fa a questa età , ma piuttosto per affermare che  nella vita è meglio imparare da subito ad avere uno scopo e che i valori ci aiutano non solo a sentirci sicuri, ma anche a provare gusto e soddisfazione per quello che si fa!

giovedì 13 gennaio 2011

Daniela Lacatena IF

Silvia è una mia cara amica del villaggio, dove io sono solita passare le vacanze. Vi vorrei parlare della sua bellissima: Milou. Essa è una gatta tutta bianca con una macchiolina nera sul dorso, che la rende davvero unica. Chiunque vada a casa di Silvia, ne rimane colpito. Al mattino, dopo essere stata lavata e spazzolata per bene, Milou fa colazione ed è pronta per una breve passeggiata nel giardino di casa. Nel giardino vi è una grande varietà di fiori, tutti molto colorati: alcuni rossi, altri gialli ed altri ancora azzurri come il cielo e sono questi che Milou preferisce, nel senso che passa ore ad odorarli e a mangiarseli. Rotola nell’erbetta e si sporca tutta, tornando a casa peggio di come si era alzata la mattina stessa. Tutti la conoscono al villaggio, perché, oltre ad essere dolce e carina, è anche molto socievole. Chi non ha mai sentito, almeno una volta, i suoi ripetuti “RON-RON” o i suoi miagolii mattutini?Quanti si innamorerebbero dei suoi occhioni blu!  Dopo aver passato tante ore in giardino, in compagnia di fiori, insetti e passanti, è pronta per la pappa; al suo richiamo, rientra, frettolosamente, in casa, esausta e felice, al tempo stesso: fa le fusa a Silvia e, dopo aver pranzato, si gode il meritato riposo su una grande poltrona.Che meraviglia!

Storia L'egitto appunti di Francesca Demarco IG

La letteratura e le conoscenze scientifiche nell'antico Egitto di Nicola Di Venere IF

IL RAGAZZO


Erano soli in quel deserto che strappava le speranze, il ragazzo e il suo cammello. Daniele, questo era il suo nome, era una persona molto coraggiosa e forte. Lui era confuso, ma non quanto il suo cammello Samuel, al quale gli aveva dato quel nome per riconoscenza verso il cammelliere che glielo aveva regalato. Questi viaggiarono per molto tempo senza saper dove andare Daniele si fidava solo delle stelle, e chiunque avrebbe fatto così. Dopo soli tre giorni si ritrovò in un villaggio, che era governato dal sacerdote Marasco. Egli era un uomo non molto severo anzi era l’uomo più gentile di quelle zone e di lui ci si poteva fidare. Daniele legò il suo cammello ad un albero e da lì andò in cerca di cibo. C’era un enorme mercato ed ogni persona, che risiedeva lì parlava costantemente del sacerdote e lui volle incontrarlo. Daniele sentì dai popolani il modo con cui il sacerdote li benediva … parlavano di una benedizione sacra che si avverava ogni dodici giorni che era indirizzata al lavoratore più meritevole del villaggio. L’ultima benedisse Francesco, un muratore che aveva finito di costruire una statua di un angelo talmente grande la cui altezza era di tredici metri … Francesco accolse Daniele come fosse un fratello. Questi gli offrì tanto cibo raccolto dalla terra della coltivatrice più brava del villaggio, Alessia. Francesco mostrò a Daniele la via verso il tempio dove avrebbe incontrato il sacerdote. Egli percorse la via con molta attenzione alla natura che lo circondava, piante da ogni parte del mondo, dai colori così vivaci e forti e il cui profumo arrivava dall’altro capo del villaggio. Egli vide il tempio e rimase sbalordito dal lavoro di Francesco, ma non solo vide anche il sacerdote che lo chiamò a se dicendogli: “Cosa ti turba ragazzo?” Daniele impaurito dall’aspetto del sacerdote gli disse in ginocchio: “Mi sono perso e non ho famiglia, ti prego aiutami!!” il sacerdote lo guardò come se capisse il suo dolore e gli disse: “Giovane ragazzo la famiglia non è che una spinta verso il tuo cammino, da lì in poi sarai capace di scegliere il tuo destino”. Il ragazzo capì subito le parole del sacerdote e capì che era il momento di lasciare le cose alle spalle e iniziare una nuova vita.

Vebale di classe a cura di Serena Fiore IF

Il giorno 22 MARZO alle ore 10:00 nell’aula 1^F al primo piano dell’I.T.C economico e linguistico  ‘‘D. ROMANAZZI’’ di Bari si tiene l’ assemblea di classe per discutere sul seguente O.d.G (ORDINE DEL GIORNO).
·     Richiesta di un’aula più ampia
·     Serrature ai bagni
Sono presenti tutti gli alunni tranne l’ alunno DI VENERE e l’ alunna DI GRAZIA.
Funge da PRESIDENTE l’ alunna PALTERA VALENTINA, da SEGRETARIA l’ alunna FIORE SERENA
 Il presidente da inizio alla discussione dichiarando che bisognerebbe cercare di ottenere un’aula più grande, in quanto quella attuale risulta essere troppo piccola rispetto all’esigenze  della  classe che risulta numerosa. Interviene alla discussione l’alunna LACATENA che dissente con quanto affermato in precedenza  e ritiene che una  maggior cura personale  e un maggior attenzione e ordine  da parte di tutti i compagni sarebbe sufficiente comunque a  rendere lo spazio più vivibile.
         Dopo ampia discussione in merito si decide di chiedere  al dirigente di spostare un gruppo classe meno numeroso nell’aula in discussione al  fine di ottenere uno spazio più ampi, altresì, consci che la problematica sollevata potrebbe essere insolvibile, gli alunni  vogliono avere il permesso di provare a cambiare la disposizione dei banchi per  risolvere almeno in parte il problema.
Si passa alla discussione del secondo punto all’O.D.G.: BAGNI MALFUNZIONATI
l’alunna POTENTE  prende la parola ed esprime la sua difficoltà a recarsi in bagno perché le porte sono sprovviste di chiusura a chiave. Dal  momento che il regolamento d’istituto vieta agli alunni di uscire in coppia, per una questione di pudore e di privacy, specialmente le alunne hanno bisogno che la serratura venga ripristinata, oppure che si permetta loro di uscire in coppia. Tutti gli alunni esprimono all’unanimità il loro parere favorevole con la richiesta dell’alunna Paltera. Dopo ampia discussione l’assemblea di classe è tolta alle ore 12:00.
 Letto, approvato, sottoscritto il presente verbale
 IL PRESIDENTE                              IL SEGRETARIO
VALENTINA PALTERA             FIORE SERENA

martedì 11 gennaio 2011

Egitto Gli scribi di ieri e di oggi Mariana Di Tanno Francesca Predoiu

La mia più grande amicizia: IO & ROBERTA due AMICHE INSEPARABILI di Serena Fiore IF da correggere

M’ero accorta fin da questa mattina che qualcosa era cambiato in classe: era arrivato l’ultimo giorno di scuola. Il viso della mia migliore amica era sempre triste, ma oggi non lo sembrava affatto, anzi appariva felice e allegra. Ma il mutamento di cui voglio parlare è  altro: sta nei modi di fare di Francesca che si sono fatti amichevoli e schietti. Tendendo la mano e posandola con allegria sulla mano di Roberta, cercai il contatto con lei che mi disse”Serena non hai mica intenzione di continuare a studiare anche l’ ultimo giorno di scuola ?” .  “ Francesca? “ risposi con gli occhi di chi non aveva fatto niente . “In nome del cielo,no !” Roberta mi prese la mano e mi disse per la prima volta ”Non scordarmi Serena resta con me. Non avrai più amiche come me forse .Che farei senza di te ?” “Io abbandonarti? No,no,ribattei “Non che io e tu ci siamo mai frequentate fuori dalla scuola, ma soltanto  ora capisco che  sei una mia amica. Resterò con te finché vivrò”. E Roberta  “Sarò ben felice di rimanere tua amica finché avrò vita. Grazie! TI VOGLIO BENE !!”              

Alessia La faraonessa rossa nota come Pippikamon

Non abbandonarmi!!! Testo con i pronomi di Mariana Di Tanno da correggere


Non abbandonarmi!!
Queste furono le ultime parole che io udii pronunciare da lei .
Mi sono sempre chiesta fin da piccola se mi sarei sposata e avrei avuto dei bambini,ma in questo momento non riesco ha pensare ad altro che alle sue parole e il suo sorriso che mi salutava.
Io ero una donna di 37 anni e ero sposata con un uomo che nonostante tutte le difficoltà amavo,non avevamo un figlio e non n'è volevamo uno...anzi mi correggo lui non n'è voleva
La mia amica Luisa aveva una bellissima bambina di 15 anni, ho sempre sognato di poter abbracciare una bambina che mi voglia bene e che mi chiami mamma!!
Ma che fare?Io non potevo costringerlo malgrado io lo desideravo con tutta me stessa!!
Forse dopo tanti anni passati senza amore qualcuno o qualcosa mi ha fatto il regalo più prezioso del mondo!!
Nell'Aprile del 1990 una bambina piccolissima di appena due mesi è entrata nella mia vita.
L'abbiamo trovata avvolta in una coperta su un cartone nella via Roberta una piccola via di cui non tutti sanno l'esistenza, ma dove c'è un ristorantino molto carino.
Non mi sarei mai aspettata una situazione del genere,nessuno dei passanti si era minimamente preoccupato di lei.
Lei ora ha quattro anni e si chiama Roberta in onore della via in cui l'abbiamo trovata,il mio matrimonio è finito ormai da due anni,lui mi ha lasciato quando avevo più bisogno di aiuto poiché tra le varie scartoffie e moduli da firmare e in più le visite del psichiatra a cui era posta Roberta ero al culmine della sopportazione.
Ora sono contenta di non essere crollata allora e in questo reciso momento sono fuori dalla porta della Psichiatra e non riesco a pensare ad altro che alle parole che mi ha detto prima di entrare
NON ABBANDONAMI!!
Ma sapete una cosa, non abbandonerei mai roberta per nessun motivo al mondo lei è tutta la mia vita.Queste cose non si dicono ad un figlio ma si provano.

domenica 9 gennaio 2011

Francesca Predoiu IB a cura del prof.

Pr

L'Indifferenza è la prima forma di violenza! di Roberto Fasano II B

Il tema della violenza sulle donne è molto trascurato, i ragazzi della mia stessa età dovrebbero essere più  informati.Mi chiedo come mai  ad esempio nella mia scuola non abbiamo organizzato una giornata dedicata a questo problema?  Noi saremo il futuro ed è meglio sensibilizzare tutti gli studenti  da  ora, perché la nostra indifferenza non contribuisca a far perdurare tale fenomeno.
Passi avanti si sono fatti: in passato la donna era giudicata inferiore rispetto all'uomo e ora, invece, almeno formalmente, uomo e donna  hanno acquisito gli stessi diritti. 
In televisione si sente spesso parlare di violenza sulle donne e di casi di pedofilia su ragazze, come nel caso di Sarah Scazzi. Violentare una ragazza è ancora più schifoso che  violentare una donna. Mi domando come fanno a tenere alto lo sguardo queste persone dopo che  compiono  azioni così abominevoli. Cosa hanno negli occhi? Non provano vergogna? E le lacrime della donna non  dimostrano loro la sofferenza? Non ne hanno pietà?
 Molto probabilmente le  persone che abusano di una donna non sono mentalmente sane.Non è accettabile che una donna soprattutto una ragazza venga  così maltrattata. Un'azione tale dovrebbe essere punita con il carcere a vita, così avrebbero  modo di riflettere sul male compiuto. Mi sono sempre chiesto se tali persone abbiano  una coscienza perché quando personalmente rispondo male a mia madre mi sento una stretta  al cuore e vado subito a farmi perdonare invece queste bestie che fanno soffrire le donne come si sentono? Dovrebbero provare vergogna! So che molti di questi carnefici hanno subito un'infanzia difficile e non hanno avuto delle persone vicino che hanno  insegnato loro i valori della vita, tra cui l'amore,e quindi, di conseguenza, non riescono ad amare . Un gesto d'amore è un'esperienza  romantica non può diventare espressione di violenza!

sabato 8 gennaio 2011

Un'amicizia per crescere di Sonia Ferrara II B

 Credo che per descrivere un'amicizia a volte... non bastino le  parole!


Con il tempo, crescendo, inizi a focalizzare  l'attenzione su quei valori che dovrai portare avanti...quei valori su cui poter credere sempre. Non basta credere nell’amicizia, serve la volontà. La volontà di non farsi del male, la volontà di chiedere scusa dopo aver litigato anche se si ha ragione...semplicemente perché teniamo più a quel rapporto che al nostro orgoglio, la volontà di dedicargli del tempo, di spiegare il proprio punto di vista quando si viene fraintesi... La volontà di superare qualsiasi difficoltà insieme...
Non basta essere amici, bisogna essere buoni amici...
Non c'è niente di più bello che sapere di avere un complice...qualcuno con cui condividere gioie e dolori, qualcuno che  ti capisca senza il bisogno di doverti spiegare.
L'amico è colui che ti difende davanti agli altri e ti corregge in privato, è colui che non si arrabbia se non lo chiami, ma ti chiama lui perché si preoccupa.
Le amicizie possono nascere in molti ambiti differenti, per esempio, tra i banchi di scuola, passare ogni giorno ore insieme e portare avanti un'amicizia anche fuori dall'ambito scolastico permette ad ognuno di noi di apprendere qualcosa dagli altri, insomma è come se due amici  si dicessero ” io ti passo un pezzo della mia esperienza, del mio cuore, della mia stessa vita  e tu fai lo stesso con me!"
Sì dice che spesso quando chiediamo un consiglio a qualcuno stiamo  cercando un complice ed è proprio così, abbiamo sempre bisogno che qualcuno creda in noi , nelle nostre aspettative, forse più di quanto ci crediamo noi.
Nella nostra fascia di età adolescenziale tendiamo tante volte ad aggrapparci a cose che non sempre resteranno, proprio perché è un periodo in cui noi adolescenti proviamo ogni emozione per la prima volta!
Mi rendo conto però che condividere un'amicizia sia l'emozione più bella . Questo per noi non è solo il momento di prendere decisioni, ma anche  il momento di sbagliare, di  fare le nostre esperienze e con gli  amici affrontare il proprio percorso di vita, tendendosi per mano, è  sicuramente  più significativo e gratificante!

Alessadra Bruno IF e il concorso di poesia

La mia passione per la poesia è nata quando due anni fa mi chiesero di scrivere qualcosa  per un concorso nazionale di poesia. Per la prima poesia mi inspirai al Natale e al suo significato, la seconda parla di un mare in tempesta e della paura di morire e causa della onde alte. Subito dopo aver inviato le poesie pensai che non avrei vinto, finita la scuola andai a vedere i quadri e la mia prof. di italiano mi disse che i miei tre lavori erano stati selezionati e avevo  vinto il  concorso, andai a ritirare i premi e dall’ora quando mi viene l’ispirazione scrivo le mie liriche.


NATALE DI SOLIDARIETA'
                                   
Quando comunichi  
la tua meraviglia,                                                   
quando lavori per la pace,
quando sorridi,
quando aiuti un altro
ad essere libero,
quando tu sei libero,
quando ami nel silenzio,
quando soffri con gli altri,
quando sei felice con loro,
è in quel momento
che Dio nasce dentro di te
e intorno a te.
        (finalista 8° edizione premio "Valeria")


DI QUEL GIORNO SOLO UN RICORDO

Alte onde mi sommergono,
non riesco più a risalire.
Pensieri di morte
invadono il mio cuore ...

Di quel mare
in tempesta
vorrei portare con me
solo il ricordo,
senza il timore
di affrontarlo ancora.
           (finalista premi nazionale di poesia "giovanni pini")