caricatura a cura dell'artista Marco Testini (mio ex alunno)

martedì 25 gennaio 2011


Edward Allen
Un nome abbastanza comune, da persona noiosa e nella media, un tipo chiuso e introverso, uno che non si apre facilmente, per certi versi anche felice della sua vita da emarginato. Con questo di certo non voglio dire che tutti gli Edward Allen siano così, io mi riferisco ad un Edward Allen in particolare, la persona che con il suo fare sospettoso e inquieto mi ha costretto ad un’esistenza da recluso, senza liberta, e con un branco di imbranati a proteggermi. Io sono Andrew, il mio cognome non siete tenuti a saperlo per il momento ve lo svelerò solo in seguito. Sono il classico vicino di casa, con il sorriso spalancato come se il mondo non facesse altro che sorprendermi in positivo, sono colui che nel supermercato vi aiuta con la spesa, sono un professore, ero un professore, quindi sono sempre presente nella vita dei vostri figli, in poche parole io voglio essere utile alla società, una società che per ora è invasa da persone che la rovinano. Per altri invece sono il “pulitore di case”, beh per altri intendo gli sbirri, i poliziotti o comunque voi gli voliate chiamare, e sono loro che in realtà costituiscono un problema nell’eliminare la feccia della società.
I “pulitore di case” anche detti serial killer si credono missionari, credono che si aiuti la società eliminandone gli individui che la peggiorano. Ebbene non è che io mi senta semplicemente un missionario, lo sono e basta e per quanto i psichiatri ci provino in tutte le maniere di dissuadermi io so di fare del bene!
Il mio primo omicidio è avvenuto all’età di sedici anni, il giorno del mio compleanno. La vittima è stata Mark, mio padre, anche se padre proprio non si poteva definirlo . Un uomo pelato, grosso, disoccupato, che aveva messo in cinta mia madre che lo odiava proprio per quello, dal momento che io sono stato la sua rovina. La sua vita è finita il giorno in cui sono nato io, e lei e non è mai stata la classica mamma che morirebbe pur di difendere il figlio, anzi tutto il contrario. Ma non ho ucciso mio padre solo per questo banale motivo, lui picchiava mia madre, beveva, si drogava, era uno di quegli uomini che ti fanno venire la nausea solo a guardarli e inoltre se questo non bastasse era un verme. La sua testa in qualche maniera si staccò dal corpo non appena gli conficcai l’ascia che usava per tagliare la legna nella sua fragile gola. Non urlò, non fiatò, c’era solo tanto sangue, tanto sangue da far venire i brividi, ma in qualche maniera il mio corpo non riluttava alla vista del sangue, anzi c’era una certa eccitazione al vederlo scorrere sulle lenzuola bianche. La sua testa fu riposta da me sul suo comodino e i suoi occhi erano ancora aperti, speravo che vi fosse ancora impressa l’immagine di terrore nel vedermi agire con freddezze e lucidità, lo sguardo attonito, inerme, di chi muore sotto le mie mani, come tante volte avevo visto mia madre inerme sotto le sue.
Lui è stato il mio primo favore alla società e mia madre è stata incolpata per il suo omicidio, in fondo anche lei non si meritava di vivere in pace. Passai i successivi anni in una casa con altri ragazzi,tutti mi evitavano, ero considerato l’orfano Beta non so bene cosa significasse ma giravano molte storie su di me e molte di queste erano per spaventare i bambini più piccoli. La mia seconda vittima è stata ritrovata in un canale di scolo a est della città. Vederlo morto sulla prima pagina del giornale, mi ha fatto capire quanto io serva a questa società malata. Non conoscevo il nome della mia seconda vittima ,ma conoscevo ogni piccolo particolare che caratterizzava la sua giornata. Lui come ogni giorno si svegliava alle 12:12 precisamente quando il treno passava sopra i binari est e il poliziotto della stazione entrava in servizio. Come ogni giorno dopo essere stato cacciato, si recava a elemosinare per strada, poi andava a mangiare alla mensa dei poveri e infine stava tutto il resto della sua giornata a giocare a carte con gli altri barboni. Dopo giorni di osservazioni scoprii che oltre a essere un barbone era stato anche incarcerato per un rapina a mano armata. È in quel preciso momento che capii che non meritava di vivere. Lo rapii e nell’angolo dietro la 4° strada gli aprii il petto come fosse un animale, non un essere umano che dovrebbe avere la volontà e la capacità di cambiare, di voler rincominciare una vita buttandosi il passato alle spalle. Lui sotto le mie mani era un animale, un pezzo di carne senza sentimenti. Lo rilasciai nel canale di scolo e il suo cadavere fu ritrovato ,ma dopo giorni di indagine archiviarono il caso per mancanza di prove.
I primi omicidi non si scordano mai, da lì in poi ho ucciso molte altre persone, dopo il mio lavoro avevo una voglia irrefrenabile di veder soffrire un uomo, non mi bastava più uccidere una sola vittima ogni tanto,avevo sete di sangue e avrei ripulito la città da chi in fondo la rende peggiore. Ho ucciso barboni,prostitute, spacciatori, boss che chiedevano il cosiddetto “pizzo” ai commercianti onesti. Perché in fondo chi sospetterebbe di un persona socievole e amichevole come me, ma soprattutto chi piangerebbe la morte di persone che io ho soprannominato “fantasmi”.I “ fantasmi” sono quelle persone senza casa,senza famiglia, senza amici, senza una propria anima, persone di cui nessuno si interressa e che nessuno conosce o vorrebbe conoscere, ma questo è solo il mio parere. Confesso che una volta non ho rispettato la mia missione, quello per cui sono venuto al mondo, si ho ucciso tre neonati, tutti soffocati, tutti morti nelle loro culle. Erano tutti figli di persone così malvagie che oltre alla loro fine ho voluto porre fine alla loro discendenza diretta. Povere creature ma come mi sarei sentito se fossero divenuti come i loro genitori e io non avessi fatto nulla per impedirlo?
Io sono un missionario, io ho ucciso 79 persone e la mia ottantesima era Edward Allen. Un numero della mia lista, niente di più, niente di meno, Un uomo insignificante, per me lui era l’ennesimo gioco da usare e buttar via senza vita. Ma con lui feci uno sbaglio e di quello sbaglio io ne pago ancora le conseguenze. Organizzai la sua morte come se fosse uno splendido gioco macabro in cui io mi sarei divertito. Ero eccitato al solo pensiero. Lo intrappolai nella mia casa, mossa abbastanza stupida ora che ci penso, lo legai a una sedia e gli misi un bel coltello nelle mani. Lo osservai da una telecamera. Quell’uomo pacifico e tranquillo nascondeva una natura orribile, era uno stupratore da anni e la polizia non si era mai accorta di niente, un po’ come dei miei omicidi … ma io, io uccidevo per una buona causa, comunque io volevo applicare su di lui il giochetto che usava per le sue vittime, doveva morire cosciente che quello che faceva era disgustoso. Lui si risveglio e io da bravo spettatore cominciai a guardare lo spettacolo senza emettere una sola parola. Allen vegliandosi prese il coltello e si slegò, in precedenza avevo messo una bella bottiglia sul tavolo e con un meccanismo a distanza gli dissi di decidere se bere o morire Edward Allen con la sua voce intensa mi rispose ‘ è il mio gioco, lo conosco fin troppo bene...io berrò il contenuto della bottiglia sicuramente drogata e mi risveglierò nella tua camera da letto stuprato.Poi senza farmi vedere il tuo viso mi scaricherai in una fogna.’ Infatti è così che avevo intenzione di far finire la sua vita, non avevo la minima intenzione di stuprarlo, ma solo di convincerlo che la sua morte era importante per il bene di tutti. Si ritrovò nella mia camera e dopo un bel lavaggio di cervello gli sparai dritto negli occhi. Qualcosa si ruppe nel silenziatore della mia pistola. Il rumore dello sparo fu così violento che una mia vicina lo udì e chiamò la polizia.
Ora sono dietro le sbarre con una condanna a vita e gli imbecilli che mi dovrebbero difendere sono i miei avvocati. A differenza di un comune assassino io non sono minimamente pentito. La mia città è un posto migliore senza le ottanta persone che io ho ucciso …Edward Allen non meritava di vivere. Io ho avuto l'enorme piacere di essere arrestato per aver ucciso uno stupratore!! Che ironia la vita...si auita e si viene puniti per aver impedito una marea di crimini che sarebbero stati commessi da le persone che ho ucciso.
Io sono Andrew, fratello gemello di Allen, il figliol prodigo, quello che scappò di casa per non seguire le orme del padre, ma che poi è tornato per porre in atto la sua missione, per rimediare agli errori di Mark, per fermare il marciume e l’odio generato da lui e da quelli come lui e nonostante mi reputino pazzo io sono convinto di aver fatto la cosa giusta!

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