caricatura a cura dell'artista Marco Testini (mio ex alunno)

martedì 18 gennaio 2011

Edward Allen ; da correggere


Edward Allen
Un nome abbastanza comune,magari di una persona noiosa e nella media ,una persona chiusa introversa, una persona che non si apre facilmente,una persona per certi versi anche felice della sua vita da emarginato…con questo di certo non voglio dire che tutti gli Edward Allen siano così,anzi io mi riferisco ad un Edward Allen in particolare,la persona che con il suo fare sospettoso e inquieto mi ha costretto ad un’esistenza da recluso, senza liberta, e con un branco di imbranati a proteggermi. Ah si che maleducato mi scordavo quasi di presentarmi,io sono Andrew, il mio cognome non siete tenuti a saperlo ed di certo io non ve lo svelerò, sono il classico vicino di casa con il sorriso spalancato come se il mondo non facesse altro che sorprendermi in positivo,sono colui che nel supermercato vi aiuta con la spesa,sono un professore scusate ,ero un professore, quindi sono sempre presente nella vita dei vostri figli, in poche parole io voglio essere utile alla società ,una società che per ora è invasa da persone che n’è rovinano la reputazione. Per altri invece sono detto il “pulitore di case” ,beh con altri intendo gli sbirri,i poliziotti o comunque voi gli voliate chiamare, e sono loro che in realtà costituisco il problema nell’eliminare la feccia della società.
I “pulitore di case” anche detti serial killer si credono missionari,cioè credono che si aiuti la società eliminandone gli individui che la peggiorano. Beh io non mi credo un missionario, io sono un missionario e per quanto i psichiatri me lo possano ripetere io sono realmente convinto di fare del bene.
Il mio primo omicidio è avvenuto all’età di sedici anni, se ci penso bene proprio il giorno del mio compleanno. La vittima era Mark Allen,come avrete capito mio padre, anche se tale non si poteva definire. Un uomo pelato,grosso,disoccupato,che aveva messo in cinta mia madre che non per precisare lo odiava per quello che le aveva fatto, io sono stato la sua rovina,la sua vita è finita il giorno in cui sono nato, ed in effetti non è mai stata la classica mamma che morirebbe pur di difendere il figlio, anzi tutto il contrario. Ma non ho ucciso mio padre solo per questo banale motivo,lui picchiava mia madre,beveva, si drogava, era uno di quegli uomini che ti fanno venire la nausea al solo sguardo e inoltre se questo non bastasse era un verme. La sua testa in qualche maniera si stacco dal corpo non appena gli conficcai lascia che usava per tagliare la legna nella sua fragile gola,non urlo,non fiatò,c’era solo tanto sangue,tanto sangue da far venire i brividi, ma in qualche maniera il mio corpo non riluttava alla vista del sangue anzi c’era una certa eccitazione al vederlo scorrere sulle lenzuola bianche. La sua testa fu riposta da me sul suo comodino e i suoi occhi erano ancora aperti,speravo che ci fosse ancora impressa la mia immagine e speravo che lui si ricordasse che pochi secondi prima inerme moriva sotto le mie mani,come tante volte avevo visto mia madre inerme sotto le sue.
Lui è stato il mio primo favore alla società e mia madre è stata incolpata per il suo omicidio,infondo anche lei non si meritava di vivere una bellissima vita. Passai i successivi anni in una casa con altri ragazzi,tutti mi evitavano,ero considerato l’orfano Beta non so bene cosa significasse ma giravano molte storie su di me e molte di queste erano per spaventare i bambini più piccoli. La mia seconda vittima è stata ritrovata in un canale di scolo a est della città. Vederlo morto sulla prima pagina del giornale,mi ha fatto capire quanto io serva a migliorare la vita di tutti. Io non conoscevo il nome della mia seconda vittima ,ma conoscevo ogni piccolo particolare che caratterizzava la sua giornata. Lui come ogni giorno si svegliava alle 12:12 precisamente quando il treno passava sopra i binari est e il poliziotto della stazione entrava in servizio. Come ogni giorno dopo essere stato cacciato, si recava a elemosinare per strada,poi andava a mangiare alla mensa dei poveri e infine stava tutto il resto della sua giornata a giocare a carte con gli altri barboni. Dopo giorni di osservazioni scoprii che oltre a essere un barbone era stato anche incarcerato per un rapina a mano armata. È in quel preciso momento che capii che non meritava di vivere. Lo rapii e nell’angolo dietro la 4° strada gli aprii il petto come fosse un animale,non un essere umano con capacità di intendere di volere,la capacità di cambiare la capacità di voler rincominciare una vita lasciando il passato alle spalle. Lui sotto le mie mani era un animale, un pezzo di carne senza sentimenti. Lo rilasciai nel canale di scolo e il suo cadavere fu ritrovato ,ma dopo giorni di indagine archiviarono il caso per mancanza di prove.
I primi omicidi non si scordano mai,da li in poi ho ucciso molte altre persone ,dopo il mio lavoro avevo una voglia infrenabile di veder soffrire un uomo, non mi bastava più uccidere una sola vittima ogni tanto,avevo sete di sangue e avrei ripulito la città da chi in fondo la rende peggiore. Ho ucciso barboni,prostitute,spacciatori, boss che chiedevano il cosiddetto “pizzo” ai commercianti onesti. Perché in fondo chi sospetterebbe di un persona socievole e amichevole come me, ma soprattutto chi piangerebbe la morte di persone che io ho sopranominato “fantasmi”.I “ fantasmi” sono quelle persone senza casa,senza famiglia, senza amici, senza la loro anima, persone di cui nessuno si interressa e che nessuno conosce o vorrebbe conoscere, ma questo e solo il mio parere. Confesso che una volta non rispettando i miei piani ho ucciso tre bambini neonati, tutti soffocati, tutti morti nelle loro culle e tutti figli di persone così malvagie che oltre alla loro fine ho voluto anche la fine dei loro figli. Povere creature ma come mi sarei sentito se sarebbero divenuti come i genitori e io non avessi fatto nulla per impedirlo?
Io sono un missionario, io ho ucciso 79 persone e la mia ottantesima era Edward Allen. Un numero della mia lista,niente di più ,niente di meno, un uomo insignificante, per me lui era l’ennesimo gioco da usare e buttar via senza vita. Ma con lui feci uno sbaglio e di quello sbaglio io ne pago ancora le conseguenze .Organizzai la sua morte come se fosse uno splendido gioco macabro in cui io mi sarei divertito. Ero eccitato al solo pensiero .Lo intrappolai nella mia casa,mossa abbastanza stupida ora che ci penso, lo legai a una sedia e gli misi un bel coltello nelle mani. Io lo osservai da una telecamera. Quell’uomo pacifico e tranquillo nascondeva una natura orribile era uno stupratore da anni e la polizia non si era mai accorta di niente ,un po’ come dei miei omicidi … ma io ,io uccidevo per una buona causa ,comunque io volevo applicare il giochetto che usava per le sue vittime su di lui per fargli capire che quello che faceva era disgustoso. Lui si risveglio e io da bravo spettatore mi incominciai a guardare lo spettacolo senza emettere una sola parola. Lui svegliandosi prese il coltello e si slegò,. Io in precedenza avevo messo una bella bottiglia sul tavolo e con un meccanismo a distanza gli dissi di decidere se bere o morire
Edward Allen con la sua voce intensa mi rispose <<é il mio gioco, lo conosco fin troppo bene...io berrò il contenuto della bottiglia sicuramente drogata e mi risveglierò nella tua camera da letto stuprato.Poi senza farmi vedere il tuo visomi scaricherai in una fogna. >> in effetti è così che avevo intenzione di far finire la sua vita, ma io non avevo la minima intenzione di stuprarlo ma solo di convincerlo che la sua morte era importante per il miglioramento della vita di tutti. Si ritrovò nella mia camera e io dopo un bel lavaggio di cervello lo sparai dritto negli occhi. Lo sparo provoco un rumore così violento che una mia vicina lo udì e chiamò la polizia.
Ora sono dietro le sbarre con una condanna a vita e gli imbecilli che mi dovrebbero difendere sono i miei avvocati. A differenza di un comune assassino io non sono minimamente pentito. La mia città e un posto migliore senza le ottanta persone che io ho ucciso …Edward Allen non meritava di vivere.IO ho avuto l'enorme piacere di essere arrestato per aver ucciso uno stupratore!! che ironia la vita...si auita e si viene puniti per aver impedito una marea di crimini che sarebbero stati commessi da le persone che ho ucciso
Io sono Andrew e nonostante mi reputino pazzo io sono convinto di aver fatto la cosa giusta.

Nessun commento:

Posta un commento